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Piazza Sironi

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La piazza è dedicata al benefattore commendator Guido Sironi, morto nel 1935, il quale lasciò un consistente patrimonio destinato ad opere di bene, tra le quali il primo “Ricovero per i Vecchi” (1940) e l’Asilo Infantile (1930), dedicati alla memoria dei genitori Luigi e Regina.
Gli Oggionesi la chiamano familiarmente “piazza calchera” perché questo spazio era anticamente noto, insieme ad un tratto della via Cavour (“ad calchariam”), con la denominazione “in calchera”.
Calchera è il nome attribuito alla fornace in cui, arrostendo pietrame calcareo, si produceva la calce cui ricorreva l’edilizia medievale, utilizzata come malta per la saldatura delle pietre da costruzione e per l’intonacatura degli edifici. Il calcare proveniva dalle cave dei dintorni (ricche anche di pietra molera e di tufo), il legname dalle boscaglie della piana che si estendeva da Annone a Dolzago, l’acqua dal torrente che delimitava l’abitato oggionese (chiamato Fiume come ricorda ancora l’intestazione di una viuzza in cima al paese).
Si pensa che tale corso d’acqua fosse piuttosto consistente, perché nel medioevo era attraversato da una serie di ponti, uno dei quali prendeva il nome di “ponte de la Calchera”.
Anche la casa di famiglia di Marco d’Oggiono veniva riferita alla Calchera, ma non sappiamo dove fosse: è solo documentato che Marco vi si trovava nel 1516. Se però pensiamo che in Calchera si affacciavano le case che componevano la cerchia muraria del borgo, non sembra infondato cercare la casa di Marco tra le costruzioni che curvano verso via Cavour.

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